Sto assemblando, con i miei ragazzi, una Prusa I3 a Scuola. Vi invito a vederne la foto storia.
Dalla zappa alla stampante 3D passando per il Kitegen e l'autoproduzione di testi, ovvero un esperimento tecnologico-didattico a cura di Pierluigi Germano.
domenica 13 ottobre 2019
sabato 28 settembre 2019
La penna 3D per creare in classe i solidi
Con l'aiuto delle mie 5 penne 3D ho dedicato un'ora della mie lezioni nelle seconde alla costruzione di semplici solidi (siamo partiti dal cubo, assemblandone le facce).
Si tratta di un modo di fare lezione sulle proiezioni ortogonali che ha qualche vantaggio:
1. Il lato creativo e pratico insieme dei ragazzi si scatena, entusiasmandoli, motivandoli assai di più di un'arida esposizione dei principi delle proiezioni ortogonali di un cubo.
2. Non c'è collegamento migliore di quello mano - occhio - cervello per far imparare ai ragazzi concetti astratti quali quelli dei solidi, che i loro cervelli concettualizzeranno a loro insaputa
3. Si tratta di un modo non più sperimentale di fare laboratorio anche in classe, in modo informale e divertente e apparentemente ludico
L'equipaggiamento si riduce a una power bank (output 2A, altrimenti non funzionano le penne), un cavo con uscita a barilotto (generalmente fornito insieme alla penna), una pen 3D economica, del filo per penne 3D, preferibilmente PLA per l'assenza di emissioni tossiche (si tratta di filamenti derivati dal mais).
Con questo equipaggiamento è possibile coinvolgere i ragazzi senza la limitazione di doversi mettere nei pressi delle (poche o nulle) prese dell'aula, contribuendo a una lezione informale e partecipata da tutti.
Qualche piccolo frammento preso nella 2O.
Si tratta di un modo di fare lezione sulle proiezioni ortogonali che ha qualche vantaggio:
1. Il lato creativo e pratico insieme dei ragazzi si scatena, entusiasmandoli, motivandoli assai di più di un'arida esposizione dei principi delle proiezioni ortogonali di un cubo.
2. Non c'è collegamento migliore di quello mano - occhio - cervello per far imparare ai ragazzi concetti astratti quali quelli dei solidi, che i loro cervelli concettualizzeranno a loro insaputa
3. Si tratta di un modo non più sperimentale di fare laboratorio anche in classe, in modo informale e divertente e apparentemente ludico
L'equipaggiamento si riduce a una power bank (output 2A, altrimenti non funzionano le penne), un cavo con uscita a barilotto (generalmente fornito insieme alla penna), una pen 3D economica, del filo per penne 3D, preferibilmente PLA per l'assenza di emissioni tossiche (si tratta di filamenti derivati dal mais).
Con questo equipaggiamento è possibile coinvolgere i ragazzi senza la limitazione di doversi mettere nei pressi delle (poche o nulle) prese dell'aula, contribuendo a una lezione informale e partecipata da tutti.
Qualche piccolo frammento preso nella 2O.
domenica 28 aprile 2019
Un modo diverso di prendersi cura dei nostri alberi
Ammettiamolo, i nostri alberi hanno bisogno di cure nei primi periodi di messa a dimora. Perché non unire l'utile al dilettevole e rendere il tutto ancor più bello?
L'idea, come al solito, non è mia. Si potrebbe dire che mi ci sono letteralmente imbattuto.
Parlo di questo:
Appartiene a una piazzetta, anche piuttosto dimessa, di San Severo. Il proprietario del locale ha circondato il fusto iniziale di un viburnum con un vecchio copertone, riempiendolo di terra e abbellendolo con una yucca.
Mi ci complimenterò: ha unito le virtù del riciclo a uno spunto bello.
A questo punto ho cercato di capire come utilizzare questo spunto a Scuola: lo illustrerò con uno schema fatto in fretta e furia:
In questo schema notiamo:
1. L'inserimento di un elemento funzionale (la bottiglia senza fondo) che aiuta la pianta ad acclimatarsi al clima del posto: mettendo l'acqua nella bottiglia essa arriva direttamente alle radici evitando sprechi (meno acqua dispersa e meno acqua evaporata) e ottimizzando il benessere della pianta
2. L'inserimento di un elemento estetico: le piante aggiunte nello strato di terreno: penso alle tappezzanti come l'aptenia variegata, alcune aromatiche come il rosmarino prostrato o il cedum. La scelta è vasta!
Le operazioni necessarie saranno:
a. Reperimento del copertone adeguato al diametro del fusto, anche in funzione della crescita dello stesso negli anni
b. Tagli trasversale (sul battistrada) dello stesso con un multiattrezzo
c. Applicazione del "collare" alla pianta, completo di bottiglia di plastica senza fondo
d. Chiusura del pneumatico con delle graffette (sparachiodi) e riempimento di terra aggiunta
e. Inserimento delle piante
f. Eventuale ritinteggiatura del profilo esterno del pneumatico (si può fare anche prima)
Penso di applicare subito questo profilo alle piante che metteremo a dimora e procedere, un po' alla volta, ad estendere il metodo a tutti glia alberi degli esterni della scuola. Sono convinto che i ragazzi si divertiranno un mondo a effettuare quest'attività all'aria aperta.
L'idea, come al solito, non è mia. Si potrebbe dire che mi ci sono letteralmente imbattuto.
Parlo di questo:
Appartiene a una piazzetta, anche piuttosto dimessa, di San Severo. Il proprietario del locale ha circondato il fusto iniziale di un viburnum con un vecchio copertone, riempiendolo di terra e abbellendolo con una yucca.
Mi ci complimenterò: ha unito le virtù del riciclo a uno spunto bello.
A questo punto ho cercato di capire come utilizzare questo spunto a Scuola: lo illustrerò con uno schema fatto in fretta e furia:
In questo schema notiamo:
1. L'inserimento di un elemento funzionale (la bottiglia senza fondo) che aiuta la pianta ad acclimatarsi al clima del posto: mettendo l'acqua nella bottiglia essa arriva direttamente alle radici evitando sprechi (meno acqua dispersa e meno acqua evaporata) e ottimizzando il benessere della pianta
2. L'inserimento di un elemento estetico: le piante aggiunte nello strato di terreno: penso alle tappezzanti come l'aptenia variegata, alcune aromatiche come il rosmarino prostrato o il cedum. La scelta è vasta!
Le operazioni necessarie saranno:
a. Reperimento del copertone adeguato al diametro del fusto, anche in funzione della crescita dello stesso negli anni
b. Tagli trasversale (sul battistrada) dello stesso con un multiattrezzo
c. Applicazione del "collare" alla pianta, completo di bottiglia di plastica senza fondo
d. Chiusura del pneumatico con delle graffette (sparachiodi) e riempimento di terra aggiunta
e. Inserimento delle piante
f. Eventuale ritinteggiatura del profilo esterno del pneumatico (si può fare anche prima)
Penso di applicare subito questo profilo alle piante che metteremo a dimora e procedere, un po' alla volta, ad estendere il metodo a tutti glia alberi degli esterni della scuola. Sono convinto che i ragazzi si divertiranno un mondo a effettuare quest'attività all'aria aperta.
venerdì 15 marzo 2019
Idroponica in classe 1
Nell'ambito dell'UDAP della 3I, abbiamo pensato di realizzare una stazione idroponica, unendo:
- La cultura del riciclo (bottiglie e pezzi di legno) e dell'azzeramento degli sprechi, anche in agricoltura
- La sperimentazione della cultura idroponica con luci speciali per l'accrescimento
- L'uso dell'informatica al fine di gestire un interruttore crepuscolare per le luci e un timer per la pompa che mette in circolo acqua e nutrient
- La gestione del progetto nel suo svolgersi reale
Si tenga presente che le piantine verranno inserite in bicchieri trasparenti riempiti di argilla espansa (supporto delle radici) che saranno immersi nell'acqua che fluisce nei tubi di bottiglie.
Il progetto di massima si apprezza nelle seguenti proiezioni:
Il progetto si articola quindi nei materiali, negli strumenti e nelle operazioni che combinano tutti gli elementi nel prodotto finito
A mano a mano che il progetto verrà realizzato, vi terremo informati sullo stato delle attività
martedì 12 marzo 2019
Il laboratorio... rinnovato
Finalmente... ridipinto, ridisposto, ripulito. In una parola sola rinnovato. Grazie di cuore a tutti i miei ragazzi e una menzione speciale ai ragazzi della 2I che con enorme generosità e abnegazione hanno lavorato con creatività, competenza e cuore.
Tutti
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