martedì 11 febbraio 2014

Progetto Verde a Scuola: Ricerca sul Ciliegio

Riporto una bel contributo degli alunni Abbatantuoni, D’Apolito, Leone e Montemitro della 2a B, su una delle piante più universalmente romantiche che ci siano: il ciliegio.

Il ciliegio
 Il ciliegio chiamato anche ciliegio degli uccelli o ciliegio selvatico è un albero appartenente alla famiglia delle Rosacee, originario dell'Europa  e in alcune zone montane fredde dell'Asia minore. In Italia è presente naturalmente dalle zone altocollinari sino a quelle montuose, talvolta al confine della zona tipica delle latifoglie, presentando una buona resistenza al freddo. Assieme al Prunus cerasus esso è una delle due specie di ciliegio selvatico che sono all'origine delle varietà di ciliegio coltivato che produce tipologie di ciliegie che vanno dal graffione bianco piemontese, al Durone nero di Vignola. 


Una bellissima immagine piena di ciliegi in fiore

Potatura
L’astone viene cimato all’altezza di 40-50cm dopo la messa a dimora.
Quando i germogli raggiungono la lunghezza di circa 10 cm se ne scelgono tre o quattro nella parte alta e i rimanenti vengono eliminati alla base.
Successivamente, nello stesso anno di impianto ,quando i rametti scelti iniziano il processo di LIGNIFICAZIONE(identificabile dal viraggio del colore della corteccia) vengono accorciati a 6-8 gemme.
In questo modo si ottengono da 10 a 15 nuovi germogli, quelli interni molto assurgenti e quelli esterni espasi .
Dividendo la spinta vegetativa dell’apparato radicale su un tale numero di apici vegetativi si ottiene già all’ inizio il contenimento dello sviluppo in altezza dell’albero e la predisposizione a vaso delle brachette esterne.
Aiutate dal clima e dalla luminosità di quelle località alcune CULTIVAR particolarmente predisposte danno una produzione significativa già in seconda foglia .
Lo sviluppo vegetativo della pianta consente di effettuare il primo intervento di potatura meccanica di regolazione dell’altezza alla fine del terzo anno.
Tale altezza normalmente è di poco superiore a 2m dal suolo.
Dal quinto al sesto anno si inizia a togliere manualmente qualche branca interna sia per evitare dominanza vegetativa sia perché per scarsa luminosità,queste iniziano a divenire improduttive nella parte bassa.
Normalmente questi interventi manuali non richiedono più di 30 ore lavorative per ettaro.
Varianti al sistema
Per le CULTIVAR naturalmente predisposte alla forma espansa, invece di intervenire con la potatura di ritorno a 6-8 gemme, si agisce regolando la chioma con cimature più precoci.
Sulle CULTIVAR che producono anche in rami misti sono da prevedere interventi di cimatura verde per contenere l’allungamento durante il primo anno di sviluppo, e successivamente interventi di potatura meccanica in verticale sull’interfila.
Limiti del sistema
Per il successo di questo sistema di allevamento del ciliegio è necessario che le varietà scelte siano precoci nella messa a frutto ,così da contenere più efficacemente la spinta vegetativa.
Con queste già in terza foglia si può arrivare al 50-60% del massimale produttivo e dalla quinta si marcia a pieno regime.
Per le varietà precoci si sono raccolti 15-17 ettari, mentre per le più tardive, a frutto grosso anche 30 ettari.
Per tradizione in Spagna i programmi di concimazione prevedono alte dosi di azoto,per cui si usano abitualmente brachizzanti,applicati anche 3 o 4 volte in fertirrigazione,durante la fase vegetativa.
Questo può comportare la compassa di due effetti negativi:il primo è che,in caso di estati molto calde e SICCITOSE,alle prime piogge autunnali si verifichi un’apertura anticipata delle gemme a fiore,con notevole perdita di produzione nella stagione successiva;il secondo è che,in caso di SOVRADOSAGGIO,si concentrino in poco spazio un tal numero di gemme a fiore da richiedere un intervento di diradamento per non perdere troppo di pezzatura.

Cosa si può migliorare
DANNI DA GRANDINE E VENTO:è superfluo affermare che il miglior programma commerciale,necessario per poter adeguatamente recuperare gli investimenti svolti in campagna,è invalidato dall’eventuale grandine.Nel caso poi di impianti situati in zone con venti forti,asciutti e persistenti,oltre al danno causato dall’effetto fisiologico legato all’eccesso di traspirazione delle foglie,c’è da tener presente le contusioni sui frutti spesso non riassorbite.
GESTIONE DEL TERRENO:la pacciamatura con film plastico sulla fila allo scopo di stabilizzare le condizioni idriche del terreno, molto utile soprattutto nelle fasi iniziali dello sviluppo della pianta , e di evitare gli interventi con erbicidi. L’ inerbimento dell’ interfila , oltre a stabilizzare le condizioni idriche è utile per fornire sostanza organica a basso costo e limitare i danni da compattamento per il passaggio delle macchine o il ruscellamento nei terreni declivi.
GESTIONE DELL’ACQUA : il doppio impianto di irrigazione offre molteplici utilizzi :le ali gocciolanti sotto la pacciamatura consentono di modulare con molta precisione gli interventi fertirrigui; i nebulizzatori sottochioma hanno effetto climatizzante evitando i danni da colpi di calore e, all’opposto, da gelate tardive per le zone in cui questo fenomeno si manifesta.

Gestione dei fertilizzanti0
il fatto che in Italia non sia permesso l’uso di fitoregolatori brachizzanti non deve farci pensare che tale espediente sia alla base del successo di questa forma di allevamento e dei risultati economici. Questo eventuale handicap rispetto agli spagnoli è infatti facilmente superabile con la giusta regimentazione idrica e i corretti rapporti nutrizionali , da dividere fra concimazioni al terreno fertirrigazione e concimazione fogliare .

Conclusioni
Certamente qualcuno,nel sentir parlare di doppio impianto di irrigazione o di doppia copertura,può spaventarsi pensando ai costi.Ma,quando l’obiettivo è quello di ottenere una PLV di 100 o più milioni per ettaro,di ridurre di quasi il 50% il costo di raccolta e del 75% i costi di selezione del prodotto e la riconquista di importanti mercati del Nord Europa,l’unica decisione da prendere soprattutto se si vuol procedere seriamente per rilanciare la sfida o supinamente accettare di sopravvivere cullandosi nel successivi di stagione ormai passate.     

4 commenti:

  1. sono l'alunna l'altrella mi piace molto la pianta che hanno scelto,mi piace anche da chi è composto il gruppo...

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  2. ma lo pianteranno?? alunna della 2A

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  3. sì lo pianteremo sicuramente

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