lunedì 23 giugno 2014

Un interessantissimo documento sull'Energia

Un documento assai interessante e ufficiale sullo stato globale dell'Energia, composto dall'IEA (conosciuta dai più come Agenzia Internazionale dell'Energia, provate a dare un'occhiata qui). A mo' di commento riporto la traduzione della considerazione che ne fa Antonio Turiel sul blog dedicato crashoil.blogspot.it (potete trovare l'articolo qui in spagnolo). Potete scaricare il documento (gratuito!) a questo link

La relazione si incentra sulle opportunità d'investimento globali nel settore dell'Energia comparate alle effettive necessità. Essa ha suscitato grande scalpore nella comunità di coloro che sono consapevoli della crisi energetica per due ragioni: 
  1. in primo luogo perché indica come saranno necessari 48 trilioni di dollari di investimenti nel settore dell'energia entro il 2035
  2. in secondo luogo perché vi si dice che il sistema europeo di prezzi dell'elettricità garantisce l'insostenibilità della rete elettrica europea

Per quanto riguarda la prima minaccia, essa va contestualizzata in modo opportuno: 48.000 miliardi da spendere in 22 anni comporta un costo medio di 2.180 miliardi all'anno, con tutte le cifre espresse a dollari costanti (ovvero trascurando l'inflazione e il tasso ufficiale di sconto). Rispetto al PIL corrente (2012) del Pianeta Terra (circa 71.800 miliardi di dollari o 71,8 trilioni di dollari) esso rappresenta una spesa media annua del 3% del PIL; significativa, ma non impressionante. Il problema è che l'IEA sta assumendo una crescente economia mondiale del 3,6% l'anno, cosa quasi irreale vista la presente crisi economica e, quel che è peggio, sta considerando il tramonto del petrolio facile (a basso costo) ma non completamente. Ciò è fondamentale perché, a parte il fatto che le esigenze di investimento siano certamente ottimiste, in una situazione di PIL calante il costo dell'energia è in aumento e ha sempre maggior peso sul PIL stesso. Ricordiamo che, come dimostrato da James Hamilton, quando il costo finale di energia supera il 10% del PIL una'economia entra in recessione. 
E il 48 trilioni di dollari che indica l'IEA non sono il costo totale di energia, ma solo il costo dell'investimento totale necessario (secondo loro) per continuare a far fluire petrolio nell'economia globale(sempre assumendo che l'OPEC subentrerà al fallimento americano del fracking). E' quindi facile ipotizzare che il prezzo dell'energia diventi una percentuale maggiore del 3% dei costi di produzione e in un'economia che non cresce sarà facile superare quella soglia del dolore che è il 10% del PIL, dal che l'economia entrerà in un ciclo di caduta irreversibile. Per quanto riguarda il secondo rischio : il settore elettrico europeo (ricordate, però, che l'energia elettrica rappresenta una minoranza, circa il 20% del consumo finale di energia nelle economie sviluppate e solo il 10% a livello mondiale) è in crisi e non si è troppo interessati a investire nella manutenzione e ampliamento della produzione; quindi sembra che i black-out saranno inevitabili nei prossimi decenni. Per approfondire vi consiglio l'eccellente articolo di Gail Tverberg.

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