lunedì 30 dicembre 2013

L'uomo che piantava gli alberi

A parte l'orto che inizieremo a coltivare in modo organizzato da fine Gennaio, sia a Poggio Imperiale sia a San Nicandro, un libro che ho letto da poco mi ha dato una piccola idea. Ve ne parlo saccheggiando ampi pezzi da wikipedia.
Si tratta del libro L'uomo che piantava gli alberi (titolo originale: L'homme qui plantait des arbres), conosciuto anche come La storia di Elzéard Bouffier che è un racconto allegorico  di Jean Giono, pubblicato nel 1953.
È la storia di un pastore che, con impegno costante, riforestò da solo un'arida vallata ai piedi delle Alpi, vicino alla Provenza, nella prima metà del XX secolo. Il racconto è piuttosto corto - 3400 parole nella traduzione italiana, quindi consigliabile come lettura "iniziale".

La storia ha inizio nel 1913, 
quando il giovane narratore intraprende un'escursione a piedi sulle pendici provenzali delle Alpi. Il narratore finisce le scorte d'acqua in una vallata deserta e senza alberi, dove cresceva ovunque solo lavanda selvatica, senza alcun segno di civilizzazione, eccetto un villaggio ormai abbandonato, con strutture diroccate e la fonte secca. Il ragazzo incontra un pastore assieme al suo gregge di pecore, che gli offre l'acqua dalla sua borraccia e lo ospita. Viene descritto come un individuo piuttosto silenzioso e ospita il giovane narratore nella sua casa. Nella giornata successiva il narratore lo segue, scoprendo che pianta ogni giorno 100 ghiande e ne ascolta la storia: divenuto vedovo, aveva deciso di migliorare il luogo desolato in cui viveva facendovi crescere una foresta, un albero per volta. Il suo nome era Elzéard Bouffier, aveva cinquantacinque anni e, rimasto vedovo, si era ritirato in montagna e aveva piantato in tre anni 100mila ghiande e si aspettava che ne sarebbero nate 10.000 querce.
Dopo questo incontro, il narratore combatte come soldato di fanteria nella prima guerra mondiale e dopo il congedo torna negli stessi luoghi nel 1920, sorprendendosi alla vista della trasformazione del paesaggio, con alberi ormai alti, non solo querce, ma anche faggi e betulle, nelle zone più umide. L'acqua scorreva nuovamente nei ruscelli ormai seccati. La foresta raggiungeva ormai un'estensione di 11 km. Ritrova anche Elzéard Bouffier, divenuto apicultore, che continua a visitare ogni anno.
Elzéard Bouffier continua a piantare alberi e la foresta continua negli anni successivi ad estendersi. Le popolazioni vicine si accorgono della trasformazione, ma la attribuiscono a fattori naturali. Nel 1935 la nuova foresta viene visitata da una delegazione governativa e venne messa sotto la protezione dello stato. Dopo la seconda guerra mondiale, in seguito alla trasformazione del paesaggio anche il villaggio abbandonato viene nuovamente popolato e sorgono nuove fattorie e coltivazioni nei dintorni. Il racconto si conclude con la notazione della morte serena di Elzéard Bouffier nel 1947.


Nel frattempo ho scovato un bel filmato che mostra il germogliare di una quercia a partire dalla ghianda:


Sarebbe carino piantumare a querce (o altri alberi a seme) qualche parte del giardino della scuola attualmente invaso da erbe varie e rovi, no?

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